La mostra durerà fino all' 11 Novembre
Non fatevi ingannare dall'aspetto naturalistico di alcune delle foto della mostra: l'intenzione di questa mostra organizzata da Greenpeace è proprio a sollecitare una maggiore attenzione sulla condizione del Mediterraneo e per riflettere su modi e metodi di pesca che hanno un solo scopo: arricchire pochi (poche multinazionali), a scapito del contesto naturale e di chi sulle coste ha sempre vissuto proprio dei prodotti della pesca.
Il Mediterraneo rappresenta meno dell’1% della superficie marina del Pianeta ma ospita il 9% circa della biodiversità marina nota. Purtroppo il Mare Nostrum si trova oggi in uno stato di grave degrado per l’impatto di attività di pesca eccessive e distruttive, dell’inquinamento, di un esagerato sviluppo costiero con cementificazione delle coste e – in modo crescente – del cambiamento climatico. Tra le conseguenze non c’è solo la distruzione delle risorse ittiche ma anche un danno economico per numerose attività, a cominciare dal turismo.
Nonostante i Paesi del Mediterraneo si siano impegnati a realizzare entro il 2012 una rete attiva di aree marine protette, la protezione dell’ecosistema marino è ancora in “alto mare” e ad oggi meno dell’1% del Mediterraneo è tutelato in modo adeguato.
La protezione del Mediterraneo necessita con urgenza di un approccio integrato, che copra simultaneamente tutti i settori (pesca, industria, trasporti, turismo) e che si occupi dell’ecosistema nel suo complesso. Sono necessarie misure per preservare le aree rimaste integre e recuperare quelle danneggiate: tutte le attività pericolose devono essere vietate.
Greenpeace ha elaborato una proposta per la creazione di una rete di 32 riserve marine in altura che copre il 40% circa del Mediterraneo.
Lo sfruttamento intensivo e forsennato delle risorse del mare è una realtà per tutti gli Oceani del pianeta, la scomparsa e l’impoverimento degli stock ittici si inserisce nella predazione insensata che l’uomo esercita sugli ambienti naturali, di cui soprattutto le popolazioni più povere subiscono le conseguenze.
Perciò non solo belle immagini in mostra, ma soprattutto l'invito a prendere coscienza di metodi alternativi di consumo dei prodotti ittici, più consapevoli e più sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.
Le campagne che Greenpeace conduce su questo tema saranno brevemente presentate da Serena Maso una dei responsabili dell'associazione.
Ingresso con tessera Arci