Cari amici, vi informiamo che lo spettacolo previsto per mercoledì 19 Avevamo tutti le converse è ANNULLATO per problemi familiari dell'attore.
Ci vediamo il 26 marzo con Versus - studio sul potere con Marco De Meo + Cecilia Vecchio.
Una produzione EKPHRASIS - Avevamo tutti le Converse
Uno spettacolo scritto e interpretato da Francesco Brandi
Scenografia Mauro Vanzati
Progetto grafico Silvia Orlando
Regia Riccardo Sinibaldi
Collaborazione alla messinscena Beniamino Marcone, Lorenzo D'Amico De Carvalho
Raccontare l'Italia e la sua generazione fantasma prendendo a pretesto un trasloco, una donna leopardiana, Silvia (lui si chiama Giacomo Strada), tanto assente da essere soffocante con la sua presenza, e il racconto di un ragazzo dall'anima napoletana e nato a Legnago, sfigato e autocritico, ironico e dolente.
Perché forse Brandi racconta un po' di se stesso, ma ci mostra soprattutto il paese giovane e tradito, quello idealista e postideologico che ha Genova 2001 nel cuore, la voglia di vivere e di vincere nella testa e l'amore, per ciò che fa e ciò che desidera, come stella polare. Quegli splendidi trentenni sempre arrabbiati o ormai rassegnati che sono stati cresciuti da sessantottini o settantasettini, sanno quale sarebbe il mondo (e il modo) più giusto e possibile, hanno vissuto un'infanzia di benessere illusorio e un presente di precarietà lavorativa, sentimentale, politica. Il Giacomo di Brandi non ne vuole più sapere di bandiere della pace, poster di Che Guevara, foto in mezzo a Caselli e Colombo, di imparare a perdere, perché i genitori più o meno radical chic amano la sconfitta, non sanno vivere senza. No, lui è un ragazzo che vuole anche essere sbagliato, che sa ridere di sé (e per quasi due dei tre atti dello spettacolo lo fa facendo cadere dalla sedia chi lo guarda) e che improvvisamente sa guardarsi dentro, e inevitabilmente guardarci dentro, con una ferocia, una lucidità e una tenerezza uniche. Nell'ultimo atto, quello in cui tira le conclusioni, in cui trova il coraggio, in cui il vittimismo che abbiamo condiviso con lui e in cui ci siamo cullati, viene spazzato via. Perché anche se tutto e tutti giocano contro di te, regole comprese, questo non può mai essere un alibi per smettere di lottare e voler vincere le proprie battaglie.
Avevamo tutti le Converse, insomma, non va visto solo perché avrete di fronte uno dei migliori interpreti italiani e neanche per la bella regia di Riccardo Sinibaldi, attento a "coccolare" e aiutare il suo protagonista assoluto, ma anche perché ci dice tanto di giovani che nessuno conosce ma di cui tutti parlano e di un paese reale che è surreale. E ci parla di Giacomo, uno con cui vorremmo uscire a cena e divertirci, anche se lui odia l'amicizia. E anche divertirsi.
Ingresso con sottoscrizione e tessera Arci.