"Femminismo terrone"

Con  Valentina Amenta e Claudia Fauzia per parlare di disparità di genere, alleanze ai margini e questione meridionale.

Conosciamo bene il “male gaze”, ossia lo sguardo maschile, e la sua influenza sui rapporti di genere. Ma, ci raccontano Claudia Fauzia e Valentina Amenta, esiste anche un “north gaze”, un sguardo del Nord sul Sud, altrettanto ricco di stereotipi e condizionante. È lo sguardo che fa sì che alle due autrici in tanti, negli anni, abbiano detto: “Dev'essere dura essere una donna, e per di più queer, in Sicilia”. L’idea di fondo, ben espressa da queste parole, è quella di un Sud semplicemente monolitico, immutabile e, soprattutto, marginale.
Ma la marginalità, ci insegna bell hooks, è “un luogo di radicale possibilità, uno spazio di resistenza” e proprio da questa rivendicazione parte “Femminismo terrone. Per un’alleanza dei margini”, pubblicato da Tlon nel 2024.

Il libro utilizza la lente intersezionale per mettere in relazione il sessismo con i pregiudizi legati a una cultura che affonda le sue radici nel razzismo e nel colonialismo.  In quest’ottica ci si può riappropriare del termine “terrone”, che viene risemantizzato allo scopo, dichiarato dalle autrici, di “recuperare storie terrone di resistenza”. Scardinare l’asse Nord-Sud è fondamentale per rimettere in discussione una delle egemonie più dure a morire, e non solo in Italia.

Valentina Amenta è dottora di ricerca in Studi di Genere e Letterature Comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e attivista femminista terrona. La sua ricerca esplora il Meridione attraverso una prospettiva di genere, queer, postcoloniale e decoloniale. Nel 2023 ha vinto la borsa di ricerca “Liana Borghi”, bandita dalla collana àltera, per il progetto Meridionalismo queer (Edizioni ETS, 2025).

Claudia Fauzia, Valentina Amenta - “Femminismo terrone. Per un’alleanza dei margini”, Tlon, 2024.

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