Cosa succede quando un organetto, un pianoforte ed una beatbox si incontrano? Succede una magia musicale che non è Hip-Hop, non è Trad ... è Folk da ballare, per tutte e tutti, Estremìa.
Marta Caldara, Vincent Boniface e Bramo, questo trio è nato così, spontaneamente, con la voglia di tracciare un filo immaginario che collega l’eredità melodica con le sequenze ritmiche contemporanee tipiche del millennio in corso. Sarà una serata tutta da ballare dove scopriremo melodie originali nelle quali troveremo sovrapposto al suono popolare dell’organetto, quello classico del pianoforte e quello contemporaneo dei “tamburi vocali” cantati dalla beatbox.
Estremìa è un’antica parola in Patois, la lingua delle popolazioni delle Alpi occidentali che definisce la sequenza di rintocchi di campane che si davano nelle occasioni di emergenza come l’esondazione di un fiume o un incendio. L’emergenza avvertita dai membri di questo trio che è quella di continuare la tradizione degli interpreti di musica popolare, secondo la loro sensibilità e inventiva.
Marta Caldara - piano
Vincent Boniface - organetto
Bramo - beatbox
Ecco il loro primo cd edito da RoxRecords "That's folk baby"
Marta Caldara Pianista, percussionista e compositrice, formatasi presso il Conservatorio G.Verdi di Torino, sin da giovanissima affianca alla musica classica la passione per la musica leggera, studiando con il M° Luca Scarpa. Dal 1994 svolge un'intensa attività concertistica come solista, in formazioni di musica classica, contemporanea, pop, rock e con compagnie teatrali e di danza. Collabora inoltre con numerose orchestre tra le quali l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Da sempre dedita alla ricerca compositiva verso una propria identità espressiva, fonda il Collettivo Decanter, progetto di worldmusic con cui incide per Dodicilune e Visage Music. Attualmente è impegnata anche con Syndone (progressive - Maracash), Estremìa (balfolk - RoxRecords), Walden (balfolk), è direttore artistico di Folkestra&Folkoro.
Centinaia i progetti live e le produzioni discografiche al suo attivo, tra le quali Razmataz di Paolo Conte (CGD 2001), Musica per ballare di Fabrizio Consolo (Warner 2009), Millimetro di Celeste Gaia (Sonymusic 2012).
Vincent Boniface è un eclettico polistrumentista e un profondo conoscitore della musica etnica, profondamente legato alla tradizione musicale popolare, ma allo stesso tempo all’avanguardia sotto ogni punto di vista. Amante della contaminazione stilistica incardinata su differenti generi musicali, apparentemente agli antipodi, possiamo definirlo un talentuoso e ardimentoso musicista valdostano.
Proviene da una famiglia di musicisti (la Famiglia Boniface - Troveur Valdoten) dove la musica popolare delle Alpi Occidentali fa parte del loro dna. Per questo, lui insieme al fratello Remy Boniface con cui ha fondato il duo Pitularita conosce, ricerca, diffonde e crea repertori e prassi che provengono dal passato di queste montagne, ponendo l’accento sul legame che hanno i vari territori attorno al Monte Bianco in fatto di approccio alla musica e alla danza, essendo espressione di una stessa società, appunto montana, chi si è stabilita attorno a comuni ritmi di vita e necessità. Le contaminazioni del loro sound sono frutto di un reale intento volto a lasciare la “porta aperta al vicino”, inteso proprio come ogni stile che possa prendere spunto da altri generi come pop, rock, jazz ed elettronica, ma che finisce sempre con l’aggregazione della gente, facendola sognare, liberandola dallo stress della routine e darle una speranza in più nella vita.
Di seguito alcuni progetti che ha al suo attivo: Estremìa - Pitularita - Trouveur Valdotén - Toc Toc Toc - L'Orage
BRAMO, the beatbox soldier, un vero e proprio one man band.
Beat, bassi profondi, atmosfere rarefatte e testi diretti usando solo la voce come strumento a 360 gradi.
Dopo anni come batterista e percussionista e diverse esperienze musicali che lo vedono protagonista nella ricerca del suono attraverso generi musicali molto diversi tra loro, decide di dare vita a questo nuovo progetto.
Un mix di generi, idee ed emozioni in grado di ipnotizzare il pubblico con groove incisivi che fanno muovere la testa e dove lo spettatore viene coinvolto in un gioco di suoni e rimane stupito vedendo che sul palco non ci siano strumenti ma solo lui ed il suo microfono a creare quello che si sente uscire dalle casse.