Come tutti gli individui, o i gruppi familiari, la Scighera ha dei consumi; consumi e non vendite. Il dibattito su «quale consumo possibile» precede l’apertura stessa ed è rimasto sempre costante nel tempo. La gran parte delle esperienze in quest’ambito hanno riguardato la sfera privata, il nostro tentativo è stato quello di riportare gli stessi processi in un luogo «pubblico» per allargare il ragionamento critico a diversi campi della vita del singolo. Riteniamo questo passaggio un accrescimento della consapevolezza e in quanto tale un passo in avanti. Speriamo quindi anche tramite l’esperienza della Scighera di fare in modo che la criticità e la consapevolezza del consumo non rimangano nel giro un po’ elitario delle botteghe.
I prodotti della Scighera sono stati scelti da un apposito gruppo di lavoro che, fin dai mesi precedenti l’apertura, ha tentato di coniugare qualità, eticità e accessibilità economica con l’obbiettivo di promuovere un consumo realmente responsabile. Esercitare la critica significa per noi sviluppare consapevolezza: si sceglie un prodotto in base a una precisa scala di valori, dopo aver raccolto tutte le informazioni necessarie, non accontentandosi di proporre prodotti certificati dai grandi marchi del Commercio Equo e Solidale o dai certificatori del biologico.
Ogni scelta, anche quelle sbagliate o discutibili, è il frutto di un ragionamento e ogni compromesso è coscientemente un compromesso, e cometale presentato. Il rifiuto dell’assoluto etico, cioè la consapevolezza che qualcosa di meglio si può sempre trovare, implica anche la disponibilità a discutere le scelte fatte con chi abbia motivo di contestarle. Non deleghiamo ad altri il nostro senso critico.
Riportiamo qui di seguito, in un’ottica di trasparenza, i criteri che ci hanno guidato, tenendo sempre presente che il prodotto perfetto non esiste, e che ogni scelta è frutto di una mediazione tra tensioni non sempre compatibili tra loro. Sono state fatte scelte giuste e scelte sbagliate, si è tornati sulle proprie decisioni, si è vagliato e si è cambiato idea. Quelle che seguono sono le linee guida di un ragionamento in divenire che deve rimanere tale per non snaturarsi.
Rispetto per l’ambiente:
• imballaggio ridotto al minimo per limitare la produzione di rifiuti;
• produttori non troppo distanti per ridurre l’inquinamento da trasporto;
• scelta di stabilimenti e aziende che adottino modalità produttive a basso impatto ambientale che rispettose della vita animale.
Rispetto per l’uomo:
• i lavoratori devono essere garantiti, non sfruttati e pagati in modo equo.
Qualità del prodotto:
• alimenti e bevande devono essere buoni, sani e tracciabili, preferibilmente prodotti secondo tecniche di agricoltura biologica o biodinamica. Riguardo al biologico ci interessa poco la certificazione ufficiale, sia perché rappresenta per molti produttori un costo insostenibile sia perché non è garanzia di un reale impegno per l’ambiente; proponiamo invece un’ autocertificazione, ispirandoci alle schede di Critical Wine. Tramite questo strumento il produttore, oltre a dimostrare la sua disponibilità alla trasparenza, ha l’opportunità di far emergere il valore del proprio lavoro, anche attraverso strumenti quali la dichiarazione del prezzo sorgente;
• impegno nel contrastare l’omologazione del gusto scegliendo prodotti poco valorizzati dal mercato.
Piccoli produttori:
• crediamo giusto sostenere i piccoli produttori esclusi dalla grande distribuzione a causa delle loro scelte coraggiose;
• apprezziamo quanti pongono un’attenzione particolare a categorie svantaggiate di lavoratori.
Rapporto diretto coi produttori:
• con produttori e fornitori cerchiamo di avere una relazione diretta, in modo da saltare il maggior numero possibile di passaggi tra una fase e l’altra della distribuzione, passaggi che oltretutto fanno lievitare il prezzo finale, spesso in maniera indebita.
Economicità:
• la mediazione tra qualità e accessibilità economica è forse la più difficile; ma diventa anche la più importante se non si vuole fare della qualità un privilegio per pochi.
Rispetto per le scelte e per le minoranze
• Particolare attenzione a quanti non si riconoscono nelle abitudini alimentari della maggioranza, tramite delle proposte di qualità pensate appositamente per vegetariani e vegani.