La scelta della birra ha posto delle difficoltà particolari nella definizione del compromesso più sostenibile. Era strettamente necessario trovare un produttore in grado di soddisfare le esigenze di consumo della Scighera, sia per le quantità sia per tempi e modi di approvvigionamento. Inoltre era prioritario per noi mantenere il prezzo della birra contenuto perché fosse accessibile a tutti. Per tutte queste ragioni e per ragioni strutturali legate alla conservazione dei fusti ci è stato impossibile adottare una birra artigianale cruda; abbiamo quindi iniziato a cercare tra le produzioni industriali.
Negli ultimi anni i grandi produttori hanno cominciato a rilevare marchi e stabilimenti produttivi nei mercati con grande potenzialità di crescita: America Latina, Africa e Asia. Cinque grandi produttori controllano oggi il 40% del mercato mondiale della birra, e secondo l’ Economist potrebbero arrivare al 50% nel 2010. Ne consegue che si abbia l’impressione di un mercato concorrenziale quando in realtà cinque grandi colossi, legati a molti marchi diversi, hanno un oligopolio molto forte.
I cinque gruppi sono: Inbev (belga, che controlla tra le altre Stella Artois, Beck’s e Tennent’s), l’americano Anheuser Busch (sostanzialmente la Budweiser), il sudafricano Sab Miller (che controlla Miller, Peroni, Pilsner Urquel, Nastro Azzurro, e Wührer), l’olandese Heineken (che controlla Heineken, Gösser, Amstel, Adelscott, Paulaner, Moretti, Von Wünster, Ichnusa e Sans Souci) e infine il danese Carlsberg (Carlsberg, Tuborg, Poretti, Splügen).
Negli ultimi anni si è verificata una spregiudicata politica di acquisizioni, e poiché esse daranno i loro risultati sui bilanci solo nel lungo periodo, la strategia intrapresa per aumentare i profitti nel breve termine è quella consueta: chiusura degli stabilimenti più piccoli e ampliamento di quelli più grandi, delocalizzazione e licenziamenti.
Le acquisizioni di cui sopra hanno coinvolto anche molte birre italiane (Moretti, Poretti, Ichnusa, Peroni, etc.) che negli ultimi anni sono passate nelle mani di grandi multinazionali straniere.
I principali produttori italiani sono: Heineken Italia (proprietaria anche dei marchi Moretti, Ichnusa, Wührer), Peroni (controllata dalla multinazionale Sab Miller, e produttrice fra l’altro della Nastro Azzurro) e Forst, il maggiore produttore italiano indipendente, una delle pochissime case ad aver rifiutato di farsi fagocitare dalle multinazionali, che possiede la birra italiana per eccellenza: Menabrea.
Menabrea, la birra che abbiamo scelto è buona (è vincitrice di numerosi concorsi mondiali, ed è universalmente riconosciuta come una delle migliori birre al mondo), è italiana (come detto è di proprietà Forst, ma mantiene forte indipendenza) e ha sempre scelto di contenere al minimo le esportazioni, concentrandosi sul mercato interno. La produzione resta industriale ma è semi-pastorizzata, il che la rende meno adatta al trasporto e alla conservazione essendo un prodotto più vivo, quindi meno congeniale alla grande distribuzione.
Nata a Biella nel 1846 la «Premiata fabbrica di birra G.Menabrea e figli» produce diverse qualità di birra in bottiglia e in fusto per la spillatura. Ecco quali potete degustare alla Scighera:
Menabrea 150° anniversario bionda.
Una classica birra bionda dal colore giallo paglierino, dal corpo rotondo e dalla limitata gradazione alcolica (4,8% vol.). Una birra di bassa fermentazione che viene prodotta con malto, mais, luppolo e lievito. Birra assai equilibrata che evidenzia un notevole sentore di floreale e di fruttato grazie ai lieviti speziati usati per la sua produzione.
Menabrea 150° anniversario ambrata.
Birra ambrata dai riflessi bronzei, dal corpo notevole nonostante la bassa gradazione alcolica (5,0% vol.) che la distingue dalla maggior parte delle birre rosse
Menabrea strong (doppio malto).
Birra doppiomalto di bassa fermentazione, una tipica Strong Lager dal profumo gradevole ed intenso, morbida al gusto con un piacevole equilibrio tra il dolce e l’amaro. Equilibrata, dai sentori floreali e fruttati grazie ai lieviti speziati. Gradazione alcolica 6,5% vol.