Il terzo capitolo di questo ciclo della Pianta Anarchica affronta il tema dell'educazione libertaria: relazione pedagogica tra educatore ed educato, libera scelta, contingenza, fallibilità, educazione incidentale... e molto altro! Ne parliamo insieme a Filippo Trasatti, insegnante di filosofia e autore di "Lessico minimo di pedagogia libertaria" (edizione Elèuthera).
Per un qualsiasi anarchico, quale che sia la sua collocazione nell'ampia e variegata famiglia dell'anarchia, gli aspetti più importanti sono sicuramente l'amore per la libertà e il rifiuto per ogni forma di gerarchia, non solo nell'esercizio del comando o nelle differenze di classe, ma in ogni situazione compresa l'educazione.
Proprio per questo è sempre stata posta una grande attenzione verso la pratica e la teoria di una pedagogia libertaria, che puntasse al conseguimento di un metodo d'apprendimento per consentire alle persone di sviluppare liberamente le proprie attitudini al di fuori di ogni autorità.
Cardine del pensiero è il rapporto tra educatore ed educato, nella convinzione di base che un'educazione libertaria può solo essere fallibile e si evolve risolvendo e ponendo problemi e soluzioni che man mano si presentano.
L'attenzione è prevalentemente concentrata verso i più giovani e in Italia è da anni attiva una Rete per l'Educazione Libertaria con varie esperienze, ma in realtà l'educazione è un processo necessario che riguarda anche gli adulti, che non termina mai perché vivere è apprendere: educazione è anche politica e cultura, è trasmissione del sapere e delle pratiche.
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