Asterisco, schwa, traduzioni: la lingua e le nuove soggettività
Mai come in questi ultimi tempi la lingua è diventata un terreno di scontro culturale e di polemica, soprattutto sui social. Dai “femminili professionali” all’utilizzo di simboli “inclusivi” come asterisco e schwa, il dibattito è intenso, talvolta sgangherato (“ma se la donna è ministra, allora io divento pediatro???”), sempre molto partecipato. Evidentemente, anche se “i problemi sono ben altri” (tanto per citare una delle obiezioni più gettonate), tutti ci sentiamo coinvolti quando si parla di linguaggio perché tutti siamo consapevoli di “abitare” la lingua.
Il linguaggio è in gran parte frutto di una costruzione culturale, perciò ci dice molto di come la società che l'ha prodotto e lo utilizza vede il mondo. Però avviene anche il processo opposto: il linguaggio influenza il nostro sguardo e il nostro modo di pensare. Di fronte a uno strumento così potente e in continua evoluzione, riteniamo importante una riflessione sulla ricerca delle parole giuste per raccontare le questioni di genere.
Ci porremo una serie di domande: in che modo la lingua modifica la realtà e il nostro immaginario? A chi è riconosciuto il diritto alla cittadinanza linguistica? Come possono le soggettività femminili e LGBTQ+ portare le loro identità all’interno del linguaggio? E come si concilia questa esigenza con la pratica delle traduzioni? Proveremo, con Manuela Manera e Laura Fontanella, a dare delle risposte.
Manuela Manera, professoressa di lettere torinese e libera ricercatrice di gender studies e linguistica, è autrice di “La lingua che cambia” (Eris Edizioni, 2021), libro che riflette sulle strategie comunicative per far sì che ogni persona possa sentirsi inclusa nei discorsi e nelle narrazioni e tutte le soggettività abbiano gli stessi diritti.
Laura Fontanella, professoressa di lingua e letteratura inglese, traduttrice, attivista transfemminista e cofondatrice di Asterisco Edizioni, è autrice (per la stessa casa editrice) di “Il corpo del testo”, testo che analizza la connessione tra studi di genere e traduzione, attraverso un excursus storico, rivendicando l’uso della traduzione stessa come strumento politico per cambiare le narrazioni dominanti.
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Sarà presente la libreria Antigone, con un banchetto di letture a tema