“La proprietà è un furto” dichiarava Pierre-Joseph Proudhon. Quello che per il potere costituito è violazione della legalità, per molti militanti è stato in passato un modo di vivere la propria azione politica.
Due libri di recente edizione affrontano vicende storiche e reali di lotta di classe vissute con furti e rapine, espropri e truffe ai danni dei potenti.
Il primo, “Rubare per l'anarchia” (Elèuthera), è la biografia del francese Alexandre Marius Jacob, che con una banda che non a caso si chiamava “I lavoratori della notte”, in soli tre anni (1900-1903) mise a segno 156 “riappropriazioni” ai danni di banchieri, prelati e magistrati.
Nel secondo, “Truffare una banca... che piacere! e altre storie” (Zero in condotta) , si racconta di fughe da carceri e caserme, di assalti a banche, sequestri, truffe, falsificazioni e clandestinità.
Storie senza frontiera che si svolsero in tempi differenti tra Montevideo, Buenos Aires e Parigi. Memorie di personaggi dimenticati dalla storia, per cui l'azione diretta parve una risposta appropriata e naturale contro lo sfruttamento e l'oppressione.
Presenta Lorenzo Pezzica con Andrea Staid e Massimo Varengo.