Vai alla pagina della rassegna "Ogni classe ha il suo paradiso"
Con questa sceneggiatura scritta da Petri, con Ugo Pirro, riesce a fotografare l’Italia che ha sotto gli occhi attraverso un altro squarcio sulla società, quello che apre al mondo degli operai, delle lotte sindacali, della vita di fabbrica, ed alle contraddizioni di un movimento anticapitalista che, perdendo qualche pezzo (il simbolico taglio del dito di Lulù) continua il proprio percorso lontano dal paradiso. È infatti il sogno finale, raccontato durante il proprio utilizzo in una catena di montaggio, che rende vano il tema del paradiso per la classe operaia, trattandosi appunto di un sogno all’interno di un ambiente diabolico, come quello della fabbrica. E’ la storia di un operaio ulceroso e bravo cottimista, odiato dai compagni ma amato dal padrone. In seguito ad un incidente diventa un accanito contestatore; perde anche il posto di lavoro e ritrovatosi solo, inizia la lotta per riconquistare il lavoro e grazie all'intervento del sindacato è riassunto rientrando in catena di montaggio. Il film è un acuto e satirico ritratto della condizione operaia e della sua alienazione, rappresenta il primo film italiano che entra in fabbrica, ne analizza il sistema focalizzandone gli aspetti, soprattutto il rapporto tra l'uomo e la macchina, tra il sindacato e la sinistra negli anni della contestazione studentesca, delle lotte operaie e del progresso tecnologico. Tra gli interpreti Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Salvo Randone, Flavio Bucci, le scenografie sono di Dante Ferretti. A dispetto delle critiche mosse contro proprio dagli ambienti di sinistra, il film ottenne gran successo con la Palma d’oro al Festival di Cannes, in ex aequo con il film Il caso Mattei (1971) di Rosi, anche questo un film con il grande Gian Maria Volontè.
Inizio proiezione: 22.00
Ingresso libero
Presenta: Dino Taddei
Presso la Cascina autogestita senz'acqua TORCHIERA, Piazza Cimitero Maggiore 18. Milano