Ugo Maiorano, figlio d'arte ed ultimo di quattro figli, nasce a S.Marzano sul Sarno (Sa) il 26 novembre del 1971 in una famiglia di musicisti.
Il padre Pasquale, è fisarmonicista nonché cultore delle antiche tradizioni agresti (che si perpetuano da sempre nelle terre pedevesuviane) e negli anni '60 ha suonato con la grande Rita Pavone; il maggiore dei maschi, Antonio, è diplomato al Conservatorio di Salerno col massimo dei voti ed è un virtuoso del sax, il secondo, Massimo, è diplomato allo stesso Conservatorio in corno ed è un valente bassista.
Ugo non frequenta il Conservatorio per ragioni economiche e segue la strada del papà tuffandosi, all'acerba età di otto anni, nel lavoro dei campi e misconosciuto - ai più – nel mondo delle tradizioni popolari.
Con il padre studia fisarmonica frequentando i “vecchi della tradizione contadina”. Da questi apprende, con vero prodigio, gli arcaici canti “a picco” spesso intraducibili, le simboliche danze dalle remote e irreperibili movenze e l'uso virtuoso degli strumenti così detti “umili”, quali la tammorra (tamburo a cornice), lo scetavajasse, il triccheballacche, le castagnette (nacchere), il marranzano, sino ad approdare, per motivi di ricerca, alla più colta medioevale “chitarra battente o italiana”.
Ugo Maiorano diventa quindi “il tammorraro” dell'Agro per antonomasia, sicuramente il più perito e non per talento, che gli è unanimemente riconosciuto, ma per “cultura autentica”' quella della tramandazione apportatagli, di fatto, dai venerandi e più esperti:
- zì Giannino Del Sorbo (detto o' Monaco) di S. Antonio Abate (NA);
- zì Vicienzo Pepe ( detto 'a Pizzaiola') (ossia di Bagni di Scafati - SA);
- zì Antonio Torre (detto 'o Cianco) di S. Antonio Abate,
con questo gruppo di anziani cantori e tammorrari ha esordito suonando la fisarmonica negli anni '80;
- Giacchino Moscariello, Virginia Aiello, Ciro Califano, Palmina Milone, zì Rosa (detta a’ piattara)
tutti di Pagani dai quali, il maestro De Simone, ha reperito tracce di materiali per i suoi eminenti lavori.
Artisticamente si forma invece con Francesco Tiano cooperando con lui per ben dodici anni. Anni in cui Tiano era all'apice della carriera artistica apertagli da Roberto De Simone, NCCP, Eugenio Bennato, Teresa De Sio.
E' Francesco Tiano che gli insegna “a tenere la scena” oltre che a danzare introducendolo nel variegato mondo della musica popolare ed in quello della ricerca musico-testuale dandogli l'opportunità di conoscere alcuni maestri tra i quali Nando Citarella ed Alfio Antico.
Queste frequentazioni sempre più costanti gli consentono pertanto un'evoluzione graduale, omogenea ed integrale nel canto, nella musica e nella danza. Partecipa così ai più importanti festival italiani della musica popolare e del folclore.
Si diploma al Liceo della Comunicazione. Appassionato di linguaggi testuali, musicali e coreutici si addentra con cognizione nelle fronne 'e limon, nei canti a 'ffigliola, e poi negli stornelli, mutu, villotte, canti alla carrettiere, strambotti, sfessanie, villanelle, grazie anche all'elasticità della sua caratteristica voce eseguendo le tammurriate più rare.