È passato oltre un secolo dalla morte di Sacco e Vanzetti, una vicenda ormai consegnata alla storia. Chi non la conosce? Chi non ha nelle orecchie la canzone di Joan Baez?
Eppure non è ripetitivo tornare a parlare dei due anarchici di origine italiana uccisi dalla giustizia statunitense, con accuse inconsistenti e ignorando l'imponente campagna internazionale per la loro scarcerazione.
Il libro di Paolo Pasi, così come ha felicemente svolto nei suoi precedenti volumi dedicati a figure dell'anarchia, riesce con sensibilità a ridare valore umano a Bartolomeo e Nicola: la storia rischia sempre di appiattire le figure sul loro ruolo di vittime della tragedia, di simbolo di ingiustizia, spesso lasciando in secondo piano i loro affetti, sogni, debolezze, ambizioni. Quella normalità che ce li rende vicini.
Parlare ancora dopo un secolo di Sacco e Vanzetti è importante per questa non è solo storia passata, ma anche terrificante attualità. Perché il potere nei cento anni che ci separano ha continuato a compiere i ngiustizie simili, come ad esempio il “suicidio” di Giuseppe Pinelli. Ma soprattutto continua a incarcerare a volte senza reali prove e all'interno di istituti dove le condizioni sono durissimi e i diritti spesso dimenticati, soprattutto se sei straniero (come Sacco e Vanzetti negli USA) e povero. Fino al caso purtroppo ora alla cronaca di Ilaria Melis, incarcerata senza diritti e senza prove nelle galere ungheresi.
Sarà presente l'autore Paolo Pasi, che eseguirà anche alcune letture.
Paolo Pasi, Sacco e Vanzetti la salvezza è altrove, illustrazioni di Fabio Santin, Eléuthera, Milano 2023, 256 ill. pp, 18.00 €