Il Kurdistan è una regione dell’antica Mesopotamia dove vive uno dei più grandi popoli senza Stato. Dopo le persecuzioni subite durante l’Impero Ottomano con il Trattato di Losanna (1923), i curdi perdono la speranza di vivere liberi secondo la propria cultura. Le principali potenze europee dividono il territorio fra Turchia, Siria, Iraq e Iran e al popolo curdo è impedito anche di esprimersi nella propria lingua.
E’ il 2011 e in Siria scoppia una guerra civile tutt’ora in corso. Nel Rojava- regione curda nella Siria Settentrionale- le truppe di Bashar Al Assad vengono cacciate via e nasce un processo rivoluzionario fondato sui pilastri del Confederalismo Democratico: ecologia, femminismo e democrazia diretta. Dopo aver sconfitto l’IS (Stato Islamico), il popolo curdo continua ad essere aggredito dalla Turchia. L’ultima operazione militare lanciate dal presidente turco Erdoğan risale allo scorso ottobre. Oltre alla perdita di vite umane, la Turchia ha distrutto la maggior parte delle infrastrutture civili presenti sul territorio peggiorando la grave crisi umanitaria già in corso.
Ne parliamo con Alessia Manzi, autrice di reportage su migrazioni, diritti umani e Medio Oriente. Collabora per testate nazionali e internazionali come L’Espresso, La Repubblica, Balkan Insight, Der Taz e altre ancora. In mostra le foto da Jinwar- Il villaggio delle donne e dei bambini in Rojava e dal Kurdistan di Giacomo Sini, fotogiornalista livornese. I suoi lavori sono apparsi su National Geographic, Vice, La Repubblica, Il Venerdì, L’Espresso, Der Spiegel e altri ancora.
Tradizioni, storie di sofferenza e resistenza, racconti di culture diverse che convivono pacificamente tra loro sono state tramandate nelle narrazioni che ascoltiamo ancora oggi. Memorie spesso narrate dalla musica e interpretare dal tembûr, re degli strumenti a corde curdo, che questa sera si intreccia alle note strofinate sul violoncello.
Il Kurdistan attraverso la musica ci verrà raccontato da Ashti Abdo e da Gabriele Montanari.
Ashti Abdo, Aleppo. Cantante, musicista polistrumentista e compositore curdo. Fin da bambino vive immerso tra i colori e i suoni della natura che circondano Afrin, il suo villaggio. Qui ascolta storie e canzoni dagli anziani e comincia a suonare il tembûr (saz) insieme a suo fratello. In Italia si esibisce come solista e si unisce a diversi a progetti come: i Domo Emigrantes (2012), l’esemble Piccola Banda Redelde canta De Andrè (2014), il racconto della guerra con l’improvvisazione Beja insieme ad Angelo Petraglia e Francesco Forzani (2015) e il trio AbdoBudaMarconi (2016) con cui quest’anno ha pubblicato Oltremura; disco entrato nella Transglobal world music chart. Nel corso di questi anni, Ashti non abbandona lo studio del saz e arricchisce il suo bagaglio musicale con altri strumenti come mandolino, percussioni, duduk. Vincitore del premio DoReMiFaSud (2018), nel 2020 si esibisce come ospite per il concerto di Capodanno che si tiene al Teatro Massimo di Palermo. Nel 2021 e nel 2022 partecipa rispettivamente alle rassegne “Dal locale al globale” del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’università di Cremona ed a “L’Altra Musica- Incontri con le musiche etniche e popolari” del conservatorio Vivaldi di Alessandria.
Gabriele Montanari, Pavia. E’ un violoncellista italiano. Nel 2013 partecipa al progetto Koyannis con cui vince un contest alternative- rock. Nel 2015 collabora al Frasi e Fumo Tour della cantante Nina Zilli e suona coi Baba Mara, gruppo folk milanese che si ispira alle tradizioni rom gitane balcaniche. A marzo del 2016 si unisce ai Domo Emigrantes.
La raccolta fondi sarà devoluta a Mezza Luna Rossa Kurdistan (Heyva Sor a Kurdistanê), associazione internazionale umanitaria attiva dal 1993 sui territori del Kurdistan. Qui porta cura mediche e beni di prima necessità alle popolazioni colpite dalla guerra. Finanzia la ricostruzione di opere pubbliche come ospedali, scuole, cliniche. Nel 2015, a Livorno, apre la filiale italiana “Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia”; unica organizzazione che in Italia è cogestita da volontari curdi e italiani.
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