Questa sera la bandiera rossa con la testa di tigre sventolerà alla Scighera.
“Viaggi nei paraggi” invita tutti coloro che almeno una volta si sono sentiti “tigrotti” nella vita, fosse solo a dieci anni in cortile, a riporre il kriss e partecipare a una serata dedicata al grande pirata malese.
“Di statura alta, slanciata, dalla muscolatura potente, dai lineamenti energici, maschi, fieri e d’una bellezza strana. Lunghi capelli gli cadono sugli omeri: una barba nerissima gli incornicia il volto leggermente abbronzato. (...) due occhi nerissimi, d’un fulgore che affascina, che brucia, che fa chinare qualsiasi altro sguardo”. Sono passati 130 anni da quando Emilio Salgari descrisse per la prima volta Sandokan ne Le tigri di Mompracem, pubblicato a puntate sulla rivista La Nuova Arena di Verona. Anni in cui non è stato solo un eroe di carta pe ragazzi, ma di volta in volta ha interpretato bisogni e desideri diversi a seconda del periodo.
Ad esempio, autorevoli intellettuali hanno riconosciuto nella coppia Sandokan e Yanez affinità e richiami con quella formata da Garibaldi e Bixio. Il fascismo cercò di impadronirsi di Sandokan in funzione anti-britannica, mentre al contrario il contemporaneo scrittore messicano Paco Ignacio Taibo II lo descrive spesso come un convinto anti-colonialista e anti-razzista (“Non sono libri per i leghisti”). Sul piccolo schermo italiano è stato interpretato nel 1974 da Gigi Proietti nell'”originale televisivo” di Ugo Gregoretti e due anni più tardi dal fascinoso attore bollywoddiano Kabir Bedi.
Pare che che Edda Mussolini in casa fosse chiamata Sandokan, ma con questo soprannome è sicuramente più famoso il camorrista Francesco Schiavone. Senza dimenticare la canzone Yanez di Davide van de Sfroos al festival di Sanremo del 2011.
Una serata per evocare le varie le suggestioni che intorno a Sandokan sono state costruite insieme a Nicoletta Gruppi, studiosa di Emilio Salgari, e soprattutto con le voci di tutti i “tigrotti” presenti.
Inizio ore 21.30.
Ingresso libero con tessera Arci