La Scighera è molto fiera di presentare il gruppo russo degli Arkadij Kots (Аркадий Коц) – in occasione del centesimo compleanno di Alan Lomax – per la prima volta in Italia alla fine di una lunga tournée europea.
Si tratta di un'occasione più unica che rara di ascoltare questo importante gruppo, erede tanto della leggendaria scena dell'"Underground leningradese", quanto della tradizione della "Chanson russa", il tutto temperato da un confronto costante con il Folk di protesta anglo-americano e dalle ballate popolari e dalle canzoni anarchiche italiane (fondamentale nel loro repertorio un'incredibile versione di Sante Caserio di Pietro Gori tradotto da uno dei componenti, peraltro personalmente traduttore titolato di Pasolini in Russia).
Gli Arkadij Kots sono un gruppo dall'aspetto Punk-rock, dalle messe in scena teatrali e profondamente provocatorie, dal rigore letterario e poetico degno di una delle più importanti tradizione al mondo e che tengono alta la bandiera della musica di protesta in un paese nel quale essere contro il potere ha sempre comportato rischi enormi e costanti intimidazioni.
Con la loro esplicita militanza anarco-comunista – tanto nemica dello stalinismo quanto del potere mafioso-capitalista – gli Arkadij sono una realtà da conoscere e da sostenere, ma soprattutto una preziosa testimonianza di resistenza culturale. I loro concerti sono animatissimi, festosi, irridenti, scatenati e degni della celebrazione pagana propria dello spirito russo e della sua incoercibile vitalità.
Gli onori di casa li faranno in apertura Alessio Lega e Guido Baldoni, che hanno avuto occasione di conoscere gli Arkadij Kots nel corso dei loro viaggi in Russia, trovando affinità di intenti e pensiero.
Alessio e Guido – nel loro incessante appropriarsi dei repertori Folk, di canzone d'autore e di protesta mondiale – hanno appositamente studiato un piccolo concentrato spettacolo di apertura, dove le canzoni più belle del repertorio Folk anglo-americano – direttamente ispirate al lavoro di Alan Lomax – incontrano il repertorio adattato in italiano di Bulat Okudzhava, Aleksandr Galich e Vladimir Vysotsky, i bardi popolari degli anni '60-'70. Anteprima nell'anteprima questo spettacolo offrirà un viatico per la festa di benvenuto agli Arkadij e alla grande tradizione slava da loro interpretata.
ALAN LOMAX fu non solo il padre della ricerca sul campo e del "folklore progressivo" (per usare la definizione di De Martino) mondiale, ma anche e soprattutto un inguaribile studioso, un provocatore culturale e un attivista impegnato e curiosissimo. Siamo sicuri che lui stesso – che ai giovani di tutto il mondo che suonavano Woody Guthrie da lui scoperto e registrato, diceva "studiate le vostre tradizioni come Dylan ha fatto con le sue" – avrebbe apprezzato moltissimo questa insolita ed esaltante contaminazione.
Gli Arkadij Kots dicono di loro stessi: «Il gruppo "Arkadij Kots" esiste dal 2010, mette in musica poesie di autori di vari periodi, traendo spunto da musicalità differenti, tutte unite dalla tematica della protesta, della resistenza, della ribellione: Fedor Sologub, Bertold Brecht, Aleksandr Brener solo per citarne alcuni. Il gruppo interviene a raduni e iniziative di solidarietà a favore dei detenuti politici, ritiene fondamentale la creazione di un nuovo movimento culturale (antiborghese, sindacale, femminista, antifascista) che superi gli stereotipi ideologici e partitici, oltre a quelli subculturali. Tutti i membri del gruppo contribuiscono alla scrittura dei brani, agli arrangiamenti e alla traduzione dei testi».
Gli Arkadij Kots sono:
Kirill Medvedev – voce, chitarra
Anna Petrovich – voce, piano, percussioni
Oleg Zhuravlev – voce, piano, violino
Nikolaj Olejnikov – show (!), voce, armonica, percussioni
Georgij Komarov – basso
Sasha Zajtsev – tamburi e percussioni
Michail Griboedov – trombone, voce, percussioni