“Chi vive vede molto, chi viaggia vede di più” proverbio arabo
“C’era una volta in un luogo lontano, lontano, una Principessa, un signore, un giovane forzuto e il fratello silente, intenti, insieme ad altri, molti altri, a raggiungere il Palazzo dei Desideri...”
Un’anti–fiaba che narra di quattro personaggi molto diversi tra loro, ma uniti dalla ricerca di ciò che vorrebbero essere. Un viaggio in cui solcheranno il mare del palcoscenico attraverso la nave della necessità, baluardo del loro desiderio e anticamera dei loro sogni, vivendo le loro personali odissee. Un percorso fisico, muscolare che fa da specchio ad una ricerca introspettiva all’interno delle nostre coscienze.
Questo studio vuole esplorare attraverso il linguaggio della metafora fiabesca, disgregandolo, ciò che caratterizza inevitabilmente, prima o poi la vita di ogni essere umano, dal migrante che cerca di sopravvivere alla guerra, fino ad arrivare all'impiegato scontento che vuole sopravvivere alla crisi di nervi, passando per dei teatranti che vogliono sopravvivere alla produzione di un nuovo spettacolo e alla sua distribuzione.
Il viaggio per la trasformazione è la speranza, il bisogno profondo di cambiare la propria condizione che sia essa fisica o mentale. Il viaggio come trasformazione non ha bisogno di attuarsi concretamente per innescare il cambiamento, è già viaggio, è già cambiamento nel momento stesso in cui si rifiuta il presente, è già movimento nel momento in cui il viaggio viene concepito come idea. Tutti coloro che vivono un desiderio profondo sono già in viaggio verso una direzione sconosciuta, verso un luogo di non ritorno.
Quando si decide di muoversi fisicamente si è già disposti a tutto pur di raggiungere quella meta anche morire e se la “destinazione” verrà raggiunta e ci si guarderà indietro, non sarà più possibile riconoscersi.
Altrimenti ci si perderà nel viaggio stesso, ma ne sarà valsa la pena.
La PRINCIPESSA, il SIGNORE, il FORZUTO e SUO FRATELLO SILENTE è un incontro con le anime del mondo che non possono fare a meno di partire; perché non solo chi scappa a causa della guerra, la carestia, la malnutrizione, la povertà è un migrante.
Testo e Regia: Gianluca Follo, Andrea Rinaldi
In scena: Alessandro Avanzi, Giulia Marchesi, Andrea Migliorini
Compagnia: Panceria RINALDO FOLLE
Produzione: FOLLERINALDO performingarts