IL RESPIRO DELLA CITTA'
Librai narranti nel sotterraneo metropolitano.
Il respiro della città, denso come le sue storie, libero e imprevedibile, sofferente come le sue vittime. Spesso un rantolo velenoso, talvolta una breve boccata effervescente. Mai silenzioso. Un respiro fatto di larghe chiazze grigie viste dal satellite dove l'annientamento e l'umanesimo marciano affiancati. La de–composizione diventa metodo, l'uno può diventare tutti oppure può rimanere irrimediabilmente uno, con le sue angoscie e le sue utopie.
Torniamo per il terzo anno consecutivo a scandagliare questo irragionevole manufatto chiedendo aiuto ancora una volta ai nostri amici librai che ci proporranno tre libri a tema per serata insieme ad ospiti, letture, musica e proiezioni.
Quattro radio-spettacoli condotti da Dino Taddei, Paolo Cognetti e Lorenzo Valera (La Scighera)
Suggestioni fumettistiche: Adriano Barone
Intersezioni musicali a cura di Rocco Marchi, Francesca Baccolini, Fabio Wolf
Letture di Marta Marangoni e Nicola Cavallari
Domenica 15 febbraio 2009 h 21.30
tre libri raccontati da Marco de Donato (libreria Storie e altre storie, Milano)
ospite: Mario Giorcelli (Il lato oscuro della metropoli: Londra nella seconda metà dell'800)
Baraccati sotto i cavalcavia, rintanati nella luce gialla di squallidi motel, nascosti nelle fabbriche abbandonate, abbracciati a una bottiglia nei sottoscala gocciolanti di umidità, brulicanti nei loro formicai di cemento e plastica vivono i dannati, i perdenti, gli esclusi, gli impresentabili che popolano la città sommersa. Quelli talmente poveri da non poter disporre neppure del loro stesso corpo, soggiogati dalla legge semplice e tirannica del bisogno più elementare, quelli troppo brutti, troppo soli, troppo stupidi o troppo avvinghiati ai loro demoni personali per poter aspirare a una vita rispettabile. Sono la faccia sporca e imprevedibile della città, quella che non si vuole vedere né sentire, i sommersi senza speranza di essere salvati. La città sommersa è dentro la città, sotto la città, oltre la città. Cambiare marciapiede non servirà a farla scomparire.
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Domenica 22 febbraio 2009 h 21.30
Tre libri raccontati da Alberto Manzoni (Il Libraccio di Via Candiani, Milano), ospite lo scrittore – architetto Gianni Biondillo.
La città come contenitore, come autorappresentazione epocale, di potere o di fantasia: l'ordine spettrale e metafisico di Latina e le improbabili città abusive del Sud del mondo. Chi decide come è fatta una città? Tutti i governi (più o meno autoritari) di tutte le epoche (da Sabbioneta rinascimentale a Canberra democratica) si sono cimentati nelle geometrie dell'abitare: città a stella, a raggera, a quadrato. Città includenti o di classe. Ma anche l'espressionista Metropolis o il futurismo di Sant'Elia, la città indiana utopica di Auroville. Ma poi, tutte queste scommesse di palingenesi abitativa (spesso inquietanti), devono fare i conti con chi ci abita davvero che restituisce al mittente le tristi piazzette di periferia 'ad uso sociale' e reinventa gli spazi dandogli un imprevista nuova funzione.
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Domenica 1 marzo 2009 h 21.30
Tre libri poroposti da Guido Duiella (Libreria popolare di via Tadino). Interviene Giorgio Cosmacini (Storico della medicina).
Proclami e mura a difesa della città. Alle porte orde di bellicosi barbari, contadini con il forcone o nuovi poveri da paesi lontani. Oppure invasori più subdoli che svuotano le strade e riempiono i lazzareti, epidemie e carestie orchestrate dall'untore di turno. Ma la città ha nemici anche in casa propria: i mari, i fiumi e le montagne - genitori benevoli - si trasformano in lividi portatori di sventura.
I cittadini deventano masse terrorizzate in coda ai supermercati, capaci di ogni efferatezza o spaventosamente silenziose in attesa di nuovi desaparecidos. Neanche le solide difese di Gerico o le torri di New York offrono sicuro riparo.
Domenica 8 marzo h 21.30
Da Marco Polo a Bruce Chatwin passando per Goethe e Stendhal, fino ai nostri Tiziano Terzani ed Ettore Mo, un lungo capitolo della letteratura è stato scritto da vagabondi, esuli, esploratori, che hanno girato il mondo e poi hanno provato a raccontarlo. Dentro la narrativa di viaggio, i libri sulle città sono romanzi d’amore: si può perdere la testa per una metropoli, conquistarla con un lento corteggiamento o venirne sedotti in una sola notte di fuoco, ma anche esserne respinti, traditi, delusi, uscirne con il cuore a pezzi. Ci sono città in cui non vorremmo mai più tornare, per averle troppo amate in passato. E ci sono quelle non ancora incontrate, le migliori, perché con loro tutto deve ancora cominciare... E poi ci sono altri viaggi per niente romantici, e viaggiatori poco poetici, come le città in cui sbarcano in cerca di fortuna. Per Stendhal Milano era il posto più bello d’Europa. Per chi ci viene oggi, dall’est o dal sud del mondo, quasi sempre è un inferno. La città dei viaggiatori, nella nostra epoca, è soprattutto la città dei migranti: milioni di voci che quasi mai riescono a diventare letteratura.