Questa è la storia di un corpo.
Un corpo di bambina esile, elastico, rapido e potente.
Un corpo perfetto capace di inscrivere il fuoco nell’aria, una Giovanna d’Arco al magnesio.
Un corpo concentrato, determinato, sudato, lanciato.
Un corpo “a corpo libero” ma quanto libero davvero?
Ogni parte di questo corpo racconta un pezzo di storia.
Una storia che è tutta una lotta contro il tempo.
Un corpo che vola nel cielo e affonda nella neve, un corpo in fuga che cambia anche quando non
è libero di cambiare.
Questo corpo ha un nome e un cognome Nadia Elena Comaneci.
Prosegue la mini-rassegna dedicata alle questioni di genere con un intenso monologo che, a partire dalla vita di Nadia Comaneci, concentra la sua attenzione sul rapporto tra lo sport (in particolare la ginnastica artistica) e la vita e la crescita delle giovani atlete.
Corpi Liberi è costruito come una sorta di podcast live dove i suoni, le canzoni e le voci off delle ginnaste di oggi si fondono nel racconto della vita di Nadia Comaneci.
Nel raccontare la storia di Nadia sono emerse le storie delle ginnaste che, come lei, sono fuggite.
Eserciti di elette che fuggono a una routine quotidiana imposta, alla tensione, al competere, alla fatica, al dimagrimento coatto, ai disturbi alimentari, agli incubi notturni, a relazioni di dipendenza con i propri allenatori, a quei genitori che forse non hanno capito niente.
Chi ha denunciato gli abusi psicologici e fisici, chi ha abbandonato una carriera promettente, chi ha subìto e poi, in silenzio, si è fatta da parte. Oggi la psicologia dello sport lavora per valutare un approccio più funzionale degli allenatori, per creare condizioni di lavoro sane e meno traumatiche
per cercare di cambiare una cultura ginnica ancora troppo influenzata dalle correnti dell’est - dalle tabelle standard al limite della magrezza patologica …. Eppure. Molte dopo di lei sono scappate, come dopo una cattiva caduta dalla trave da cui non è possibile tornare indietro.
Perché la vera domanda è: quanto una bambina può decidere del proprio sogno?