-
IL CAFFE'
-
LA MACCHINA DEL CAFFE
-
LA MISCELA
-
IL CONVEGNO
Il caffè è uno dei prodotti su cui ci siamo concentrati maggiormente. Una piccola ricerca sulla crisi internazionale del caffè, e sulle dinamiche perverse che portano le grandi multinazionali a realizzare immensi profitti, ha determinato anzitutto la scelta di escludere i marchi legati alle cinque grandi (Nestlè, Kraft, P&G, Sara Lee, Tchibo) che si spartiscono il 50% del mercato.
Perché a questo punto non abbiamo semplicemente optato per una miscela del circuito del Commercio Equo e Solidale? Perché un aspetto in particolare non ci convinceva: la filosofia è quella di pagare un giusto prezzo al coltivatore, a prescindere dalle fluttuazioni del mercato, garantendogli delle condizioni di vita e di lavoro dignitose. E questo è sacrosanto.
Ma cosa succede al prodotto una volta che arriva in Italia per le successive lavorazioni? Quali sono le condizioni ambientali e di lavoro in cui avviene la torrefazione? Non è che l’attenzione crolla una volta che il prodotto giunge in Italia? Inoltre molti di noi non erano particolarmente convinti del gusto dei caffè «eticamente sostenibili» provati fino ad allora. Così abbiamo confrontato una serie di torrefattori diversi tra loro (per fascia di prezzo, qualità delle miscele e filosofia della produzione), alcuni dei quali estranei al circuito del Commercio Equo e Solidale, accomunati però dalla dimensione ridotta che di solito consente una maggiore trasparenza sulla produzione e sulla proprietà.
TORNA SU
La macchina del caffè
A questo punto un passo fondamentale è stato l’acquisto della macchina da caffè espresso. Si tratta di un’apparecchiatura costosa, tanto che in genere chi apre un bar, strangolato dalle altissime spese di attivazione, sottoscrive con il fornitore del caffè un contratto che prevede la concessione della macchina in comodato d’uso. Spesso il fornitore, in cambio della macchina, propone al barista un contratto di esclusiva di una durata che può arrivare fino a tre anni, aggiungendo al prezzo del caffè una differenza apparentemente bassa. La realtà è che alla fine dei tre anni il barista si trova ad aver sostenuto un costo di molto superiore a quella della macchina, che oltretutto continua
ad appartenere al fornitore!
L’acquisto della macchina è stato un grosso sacrificio che però ci ha consentito di scegliere in piena libertà il caffè che ci convinceva di più. Anch’essa non è stata una scelta casuale, ma è ricaduta su un produttore, Dalla Corte, che adotta una tecnologia fortemente orientata al risparmio energetico.
TORNA SU
La scelta della miscela
Dopo una serie di assaggi e discussioni ci siamo soffermati su quattro prodotti interessanti, anche se per motivi diversi: Huehuetenango (con un interessantissimo progetto di torrefazione all’interno del carcere di Torino), Minas e Covim (entrambi prodotti di alta qualità, non appartenenti al circuito del Commercio Equo e Solidale) e la nuova Miscela Espresso Bar presentata recentemente dal consorzio Ctm Altromercato.
Alla fine la scelta è ricaduta su quest’ultimo prodotto, giudicato il migliore per rapporto qualità/prezzo. Anche se dal punto di vista etico il progetto Huehuetenango risultava più convincente l’assaggio del prodotto non ci ha soddisfatti quanto quello di Altromercato, una miscela studiata appositamente per dare il meglio con le macchine espresso da bar, che nasce dalla collaborazione con organizzazioni di piccoli coltivatori locali, ai qualisono garantiti una remunerazione dignitosa e il rispetto dei diritti fondamentali del lavoratore.
TORNA SU
Il convegno
Frutto della nostra riflessione è stato il convegno che si è tenuto nel giugno 2007 con l’obbiettivo di affrontare nella sua complessità l’argomento, cercando di proporre un approccio multidisciplinare. La volontà era infatti quella di capire il valore sociale di questo prodotto, ma anche di ascoltare le voci che provengono dal mondo dei produttori e dei torrefattori, della distribuzione e dell’innovazione tecnologica, e infine di scandagliare le possibilità di un’economia sostenibile con una maggior propensione etica.
Cultura del caffè vuol dire anche raffigurazione: le macchine, le tazzine e il necessario sono stati protagonisti della mostra «Espresso made in Italy, storia, cultura, design», che ha affiancato il suddetto convegno. Dieci macchine che hanno segnato le più importanti tappe della storia della macchina da caffè espresso in un percorso ideale dai primi del Novecento ai giorni nostri. Una raffigurazione tra cromature, modernismo e innovazione tecnologica per ripercorrere l’evoluzione del significato di questa bevanda dal profondo legame con la nostra società, tramite il design e la storia delle
macchine per l’espresso.
TORNA SU